TRENTO ART FESTIVAL

La Figlia Preferita | Marilisa Cosello
Never Seen Performance/Unseen Performance | Francesca Mussi

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www.trentoartfestival.it

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24|28 Febbraio 2021

Il progetto espositivo virtuale, presentato al Trento Art Festival, è a cura di Elisabetta Mero e Valentina Rignano

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LAQ-lartquotidien è felice di presentare come progetto per il Trento Art Festival i lavori di due artiste e performer italiane che attraverso pratiche differenti e metodologie eterogenee asseriscono la necessità di concentrarsi sull’ambivalenza della stasi e la sua componente creativa.
Attraverso uno sguardo critico, la possibilità di nuovi modi di essere insieme nel mondo risulta possibile e feconda. In un periodo in cui il confine tra privato e pubblico, solitudine e condivisione, sono più che mai messi in discussione e ridefiniti, la gestualità evocata dalle performance delle due artiste richiama ad una riflessione sulla natura dell’attesa, mettendo in dialogo l’immobilità e la spinta creativa, il cui limite è evanescente e costantemente riconfigurato.


La pratica di Marilisa Cosello è caratterizzata dalla partecipazione del corpo e dalla costruzione di performance che attivano un dialogo tra storia, cultura e strutture sociali. Nel progetto presentato da LAQ per il Trento Art Festival, La Figlia Preferita, la ricerca dell’artista si configura come una riflessione sulla natura politica del corpo come soggetto e sull’impatto delle dinamiche di potere sulla storia di individui e comunità. L’opera è costituita da un dittico fisico e concettuale: un abito da sposa conservato in una teca di plexiglass, affiancato da una polaroid che ritrae una donna spogliata dello stesso vestito, di cui rimane sospesa la contestualizzazione temporale.


Francesca Mussi, artista milanese, presenta Never Seen Performance e Unseen Performance. Never Seen Performance è l’esito di una performance eseguita durante il periodo di lockdown del paese, dove l’artista ritrae se stessa nell’azione di strappare e deformare della carta velina posta a
coprire un divano collocato nel centro di una sala di un museo, in una gestualità effimera e quasi pittorica. L’immagine viene riprodotta con la tecnica della gum print su carta che dona indefinitezza alla composizione.
In Unseen Performance l’artista impasta dell’argilla in una vasca da bagno, come performando una seminazione cosmologica. Questo spazio circoscritto e privato, ancora una volta, si presenta come luogo dove creare storie altre al di fuori delle egemonie, in un amalgama eterogeneo ed inclusivo.


In entrambe le opere è possibile riconoscere lo spostamento e l’alienazione da una dimensione privata, tramite una rappresentazione oppressiva o liberatoria, ad una traccia permanente che nella sua immobilità rimane come monito di un sentimento collettivo. L’oggetto finale è allo stesso tempo pregno di una carica emotiva e svuotato della sua energia catartica, consumata attraverso un rituale contemporaneo, come per il vestito di Cosello ad esempio, pregno di richiami sociali e viscerali ma allo stesso tempo sforzato fuori dalla sua realtà tridimensionale tramite lo schiacciamento nella teca di vetro.
È centrale inoltre il rapporto con lo spazio che viene attraversato dal gesto dell’artista, solo raccontato, e dallo sguardo dell’osservatore. L’azione è in entrambi i casi una matrice dal valore generativo e non solo performativo e la lacerazione ideologica che avviene, in un caso del ruolo imposto alla donna dalla società e nell’altro dalle istituzioni, crea spazio per nuove proposte interpretative e nuovi modi di esistere.
Questi oggetti di stasi, il divano e il vestito, vengono dunque attivati criticamente, così come il percorso dell’arte in questo periodo pandemico si propone di fare tramite riletture interpretative e collettive.
(testo di Valentina Rignano)

BIOGRAFIE

Marilisa Cosello vive e lavora a Milano.
Nata a Salerno nel 1978, si diploma in Arti Visive in UK, si laurea in Storia del Cinema a Milano, IT, consegue poi un master in Fotografia alla Noorderlicht School NL, studia con François Cheval presso il Museé Nicéephore Niépce a Chalon sur Saon (FR).
Formatasi in fotografia, belle arti e cinema, ha lavorato per 5 anni come fotografa di news, prima di capire che la realtà non esiste e passare quindi ad un approccio concettuale nella sua ricerca e pratica artistica.
La sua pratica è caratterizzata dalla partecipazione del corpo e dalla costruzione di performance, che attivano un dialogo tra storia, cultura e strutture sociali. Ripensando al ruolo della Società come Famiglia, e del Privato come Collettivo, il lavoro di Marilisa Cosello fonde diverse forme di
indagine sul potere, sovrapponendo pubblico e privato, rituali familiari e archetipi collettivi. La sua ricerca si configura come una riflessione sulla natura politica del singolo corpo come soggetto, e sull’impatto delle dinamiche di potere sulla storia di individui e comunità.
Le sue fotografie, performance, video, si concentrano su tematiche sociali e individuali e sul potere politico nelle strutture sociali, familiari e nei sistemi di sovrapposizione e controllo del corpo: immaginano il corpo e gli archetipi della società come palcoscenici in cui vengono articolate idee
politiche, lotte personali, condizione femminile, aspettative della società.
Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero presso importanti istituzioni e manifestazioni, tra cui Fotografie Forum Frankfurt, Mediterranean Biennial of Contemporary Art, Sarajevo; Circulations Festival, Parigi; Central Dupon, Parigi; Palazzo delle Esposizioni, Roma; Museo di Santa Giulia, Brescia; Kunsthalle, Lana (BZ); Fotografia Europea, Reggio Emilia; Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (TV), Centrale Fotografia, Fano; MIA, Milano.
Ha vinto due volte il Premio Fotografia Europea e una il Lugano Photo Festival; ha ottenuto la menzione d’onore a PhotoEspagna, a Descubrimientos Braga e a Berlin Photo Festival. Le sue opere sono nella collezione Pizzi e nella collezione Castelli.
www.marilisacosello.com


Francesca Mussi è un’artista con base a Milano.
La sua formazione parte dalle tecniche tradizionali e sperimentali dell’incisione e della stampa d’arte, più recentemente lavora con installazioni e composizioni site-specific a seconda del contesto utilizzando media diversi.
Molti dei suoi lavori sono immagini che provengono performance private in cui l’artista si registra privatamente. Spesso utilizza degli elementi considerati “dispositivi a lettura multipla” come la vasca da bagno. In lavori come la serie delle “Unseen Performance” o “Never seen performance”
vengono ripetuti dei gesti molto semplici e basici, ma che evocano momenti sospesi di diverse narrazioni tra cui miti. Il lavoro ha a che fare con lo spazio intimo e immaginario, all’interno del quale il corpo dell’artista interagisce per riversare la dimensione interiore in una dimensione
collettiva utilizzando spesso lo spazio espositivo come veicolo intermediario.
Nel 2014 studia alla University of Leeds (UK). Nel 2015 fonda l’associazione culturale Landskap a Milano dove insegna disegno. Si è laureata in Grafica d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera dove nel 2017 ha concluso la specializzazione in Arti Visive con una tesi su Helena Almeida. Ha collaborato alla Biennale di Residenze Internazionale PASSAGE con base a Bergerac (FR), e nel 2020 ha co-fondato il collettivo Bidet à Boire con altri artisti. Nel 2019 vince il Primo premio Piero Leddi, tra le sue mostre più recenti “Sciame exhibition”, Museo Civico Palazzo Santi (Cascia), “Beauty/?”, K.L.8., (Bruxelles) e Supercall, 4×4, in collaborazione con Casa Testori, (Pietrasanta).
www.francescamussi.com

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Download TESTO di Elisabetta Mero oppure visita il sito www.marilisacosello.com/projects/la-figlia-preferita