DE POSIZIONE

Roberto Rizzo

a cura di Angela Madesani

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1 | 8 febbraio 2020

Basilica di San Celso, Milano

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De posizione è il titolo della mostra di Roberto Rizzo presso la Basilica di San Celso a Milano. Il senso della scelta critica è quello di mettere in relazione il lavoro degli artisti con la profonda e nitida sacralità dell’antico spazio. 

La ricerca di Rizzo entra, in tal senso, in perfetto dialogo con l’architettura, con la luce, con l’atmosfera.

L’interesse per la dimensione sacra, intesa come ricerca di assoluto, da sempre accompagna la sua esperienza artistica e ha coinvolto gran parte della sua attività didattica. Ha, infatti, insegnato Pittura sacra contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Perugia, Decorazione sacra contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Lecce e ha tenuto il laboratorio/residenza di arte sacra contemporanea Anábasis presso il Sacro Monte di San Vivaldo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Rizzo è uno dei più interessanti protagonisti del panorama della pittura non figurativa italiana contemporanea. Afferma l’artista:

«Credo che la dimensione sacra possa interessare chiunque si occupi d’arte, anche nel nostro tempo storico, proprio perché ha a che fare con una delle questioni fondamentali della contemporaneità: il problema dell’autenticità dell’opera, o dell’aura».

Già nel 1998 Roberto Rizzo aveva dato vita a una grande Deposizione (smalto e olio su tavola, cm 310×210). «È questo un soggetto iconografico che ho sempre trovato particolarmente interessante. Ciò che mi colpisce ogni volta è la condizione di contraddizione che lo caratterizza: la coesistenza tra la natura divina ed eterna di Cristo, secondo la tradizione cristiana, e la morte del suo corpo umano. Una condizione paragonabile a quella dell’opera d’arte nella tradizione occidentale, idealmente, assoluta ed eterna, relativa e transitoria, invece, nella realtà storica. Del resto lo spazio dei miei quadri è idealmente assoluto e fisicamente relativo». In tal senso il riferimento costante è a Lucio Fontana, ai suoi ambienti e concetti spaziali.

Sia nella grande opera del 1998 che nella più recente De posizione del 2019 di acrilico e olio su cartacemento (personale interpretazione di Rizzo della cartapesta) e scaglie di ardesia l’immagine della croce è parziale. La porzione mancante ha bisogno della ricostruzione percettiva di chi la guarda, uno spettatore che deve essere forzosamente emancipato dalla passività del suo ruolo. Allo stesso tempo, lo sfondo dell’opera, il contesto, che sia parete o pavimento, rientra nel suo spazio convenzionale, idealmente assoluto ma nella realtà fisicamente relativo. «Il processo di decostruzione dello spazio dell’opera è per me un passaggio inevitabile, poiché appartiene alla mia formazione umana e culturale. La ricostruzione della forma decostruita appartiene alla mia volontà di superamento di una condizione ormai fine a se stessa: non è nostalgia del passato, né visione reazionaria. Voglio, piuttosto, ricostruire spazi e forme che contengano in sé, senza rimuoverla, l’esperienza decostruttiva dell’arte del Novecento».

Oltre a De posizione è in mostra Fons (cemento, acrilico, cm 17x22x22, 2013), una piccola scultura che ricorda una fonte, nella quale scorre un fluido di colore rosso. I riferimenti sia artistici che filosofici, sono molti e non fanno che sottolineare il pregnante dialogo che l’arte contemporanea può mettere in atto con la dimensione sacra della nostra esistenza.

BIOGRAFIA

Roberto Rizzo è nato a Cernusco sul Naviglio (Milano) nel 1967. Vive a Milano. Dipinge dal 1985 ed espone dal 1986. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano nel 1989. Ha esposto in numerose mostre nazionali e internazionali. Hanno scritto sul suo lavoro, tra gli altri: Giovanni Maria Accame, Angela Madesani e Barry Schwabsky.
Suoi testi sono stati pubblicati in diversi volumi e cataloghi, tra i quali: a cura di G. M. Accame, Parola d’artista – Dall’esperienza aniconica: scritti di artisti italiani 1960-2006, Charta, Milano, 2007.
Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Perugia, all’Accademia di Belle Arti di Lecce e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Attualmente insegna all’Accademia di Belle Arti di Urbino.

Foto di Alberto Messina